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Big Bang, ecco la cosmologia urbana di Tommaso Ottieri con il suo drone dello splendore in volo estatico. Ecco, improvvise e baluginanti nell'oscurità, la scintillazione, la luccicanza (ci perdoni il Kubrick di Shining), la brillanza, l'aura nel senso originario di Benjamin, ovvero "l'apparizione unica di una lontananza, per quanto questa possa essere vicina". È tutto questo, mutatis mutandis, che sfrigola e crepita nella brace del mondo dipinta da Ottieri, artista così profondamente napoletano ma altrettanto intensamente cosmopolita. È un cacciatore di energia e sarebbe riduttivo limitarlo al ruolo di pittore di città, perché il mistero del bagliore che ogni suo quadro reca con sé è anche il fuoco segreto degli uomini che hanno progettato, costruito, abitato e vissuto quelle metropoli e che sono ben presenti pur nell'assenza apparente.